Il New Journal of Physics ha pubblicato una ricerca capitanata da Robert Blick presso l’Università del Wisconsin a Madison secondo cui sarebbe possibile sfruttare la nanotecnologia per costruire un computer totalmente meccanico e privo di elettronica basata sui microprocessori in silicio. Un’idea bizzarra e apparentemente insensata, ma che a guardare più a fondo si rivela davvero innovativa e capace di aprire stimolanti prospettive.
Le componenti di processazione del computer verrebbero realizzate in materiali di tipo piezoelettrico particolarmente duri – come per esempio il diamante. Questi hanno la proprietà di cambiare forma quando attraversati da scariche elettriche. In questo modo le trasformazioni spaziali controllate dei vari nanocomponenti all’interno del chip potrebbe indicare l’assegnazione del valore 1 o 0 a ciascun microelemento secondo la logica binaria, base di tutta la scienza dell’informazione.
Il vantaggio di questa tecnologia è che queste nanoparticelle potrebbero occupare un volume pari a un millesimo rispetto a quello richiesto dalle strutture in silicio di stampo tradizionale, portando a un livello di miniaturizzazione dei chip eccezionale. Inoltre i tempi di modifica dello stato sarebbero ancora più ridotti incrementando in modo considerevole le capacità di calcolo di un microchip. C’è da vedere se in futuro ci sarà interesse da parte dell’industria ad approfondire le applicazioni di questa nuova scoperta basata sulla tecnologia NEMS (Nano-electromechanical Systems).