Pirateria online: gli editori italiani e Confindustria Cultura contro il ministro Maroni

“Le misure restrittive contro la pirateria online non sono una soluzione”. Aveva parlato così qualche giorno fa il ministro degli Interni, Roberto Maroni, e, dopo aver analizzato a fondo le sue dichiarazioni, gli editori italiani protestano. Tutti gli editori riuniti nella AIE (Associazione Italiana Editori) ritengono che le dichiarazioni del ministro siano un danno per il settore degli audiovisivi e sono fortemente critici nei confronti delle sue posizioni, che sembrano incitare all’illegalità. Ciò che gli editori italiani rci tengono a precisare è che il peer-to-peer non è illecito di per sé “ma lo diventa se oggetto di condivisione sono opere protette dal diritto d’autore copiate illegalmente”.

E’ questo ciò che crea il vero danno a chi è fautore di determinate opere che vengono riprodotte illegalmente e che sarebbero giusto punire, garantendo pertanto maggiore sicurezza e trasparenza di lavoro. Nasce da uqeta necessitò, dunque, l’invito ad approfondire la questione in materia. Ma Maroni si augura una legge che legalizzi gli usi legittimi del P2P per “creare un sito protetto, sicuro e legale, dove i ragazzi possano scaricare brani i cui diritti d'autore sono garantiti dall'intervento di uno o più sponsor. Questa è la via maestra per tutelare sul serio i diritti di tutti”.

Polemica contro la posizione di Maroni anche Confindustria Culturale (che riunisce tutte le maggiori associazioni della produzione culturale, come Afi, Agis, Aie, Anes, Anica, Apt, Fimi, Pmi e Univideo) che suggerisce al ministro di non incitare al download illegale di brani musicali. "Confindustria Cultura Italia, a nome delle imprese, degli autori, degli artisti e dei lavoratori della musica, del cinema, dell'audiovisivo, dell'editoria libraria e periodica specializzata, dei videogiochi, del videonoleggio, messi in profonda crisi dalla pirateria ricorda che così facendo si ruba la creatività e tutto il tempo e il lavoro necessari alla realizzazione del primo originale, alla produzione, all'edizione, alla confezione, al lancio, alla commercializzazione, alla vendita e si calpesta il principio di legalità”.

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