La K200D, come tutte le moderne reflex amatoriali, ha un unico selettore a ruota, ma non si priva del display superiore. Quest'ultimo visualizza le informazioni principali, che così non affollano lo schermo posteriore: si tratta di una soluzione molto pratica, che inoltre aumenta anche l'autonomia, evitando di mantenere sempre acceso il display posteriore, che consuma molto. Quest'ultimo ha una diagonale 2,7", e angoli di visione molto ampi. Molto buona l’impugnatura.
Il sensore è lo stesso CCD da 10.2 Mpixels, fabbricato da Sony, e dispone anche di un sistema anti-polvere ("Dust Removal") e di un sistema "Dust Alert", che avvisa l'utente se c'è della polvere sul sensore stesso. Le caratteristiche del mirino sono in linea con quelle del settore, limitato ad un fattore d'ingrandimento di 0,85x, e alla consueta copertura del 95%: senza lode e senza infamia. Il sistema AF dispone di ben 11 collimatori. Si può scattare in modalità foto singola, autoscatto, oppure raffica, scegliendo tra due diverse velocità: circa 2.8 i/s (valore in linea con le 3 i/s tipiche delle reflex amatoriali) e circa 1 i/s. L'autoscatto può essere impostato su 12 secondi o su 2 secondi.
Le immagini, archiviate su schede SD/SDHC, si possono salvare in formato JPEG, RAW e JPEG+RAW, con la possibilità di impostare due diversi formati per il RAW. Il primo è il formato proprietario di Pentax (PEF), il secondo è il formato universale messo a punto da Adobe (DNG). Quattro le modalità diverse di visualizzazione. La K200D utilizza quattro pile R6/AA .
Video: Recensione Pentax K200D
Video: Pentax K200D