Fino dai primordi della stampa 3D si sapeva che uno dei campi di applicazione strategici sarebbero state le missioni spaziali. Là dove è difficile spedire oggetti in tempi rapidi, è forse più utile ed economico creare oggetti in loco. Ci sta pensando la NASA, pronta a lanciare una stampante 3D nello spazio il prossimo anno. Al di là degli oggetti interi spesso quello che servono sono anche i pezzi di ricambio.
Ma come funzionano le stampanti 3D? Queste permettono di dar vita a oggetti da estrusione di strati su strati di plastica pompata con lunghi filamenti avvolti attorno a grandi bobine. Una tecnologia ormai ben sperimentata da personale medico o artisti.
La prima stampante 3D entrerà dunque in funzione nel 2014 presso la Stazione Spaziale Internazionale. Il modello verrà costruito dalla ditta Made in Space – una start'up della Silicon Valley, e mandato su alla stazione con la capsula Dragon Space. Se tutto va bene con questo primo prototipo, una versione permanente della stampante 3D arriverà nel 2015.
Uno dei pionieri di questa tecnologia è Scott Crump, che nel 1988 costruì per primo una rana giocattolo per sua figlia utilizzando solo una pistola a silicone che teneva in cucina. Lo stesso Crump sa che finché si usano materie plastiche i campi di applicazione sono limitati.
Le stampanti 3D nel prossimo futuro dovranno lavorare i metalli.