La notizia è stata riportata negli ultimi giorni sul Wall Street Journal, ed è senza dubbio destinata a suscitare un gran clamore. Sembra che Google ed altre compagnie che operano nel settore delle pubblicità su internet abbiano sfrontatamente bypassato le impostazioni relative alla privacy di milioni di utilizzatori del browser web Safari. Utilizzatori, ovviamente, del tutto all’oscuro di questa violazione della propria privacy. Sui loro computer sarebbero infatti stati installati cookies anche quando le impostazioni browser lo avrebbero dovuto impedire. Grazie a questi tracing cookies, Google (e non solo) sarebbe riuscita dunque a ottenere informazioni riguardo alle abitudini di navigazione degli utenti di Safari e, di conseguenza, a far apparire le pubblicità più in linea con i loro profili. Per fare ciò è stato utilizzato un ‘codice speciale’ presente su alcuni tra i più popolari siti internet, attivato il quale Google è in grado di bypassare le impostazioni di sicurezza di Safari.
Il colosso di Mountain View ovviamente rispedisce al mittente tutte le accuse, sostenendo che i suoi advertising cookies non sono in grado di raccogliere informazioni personali. Inoltre, Google avrebbe sfruttato le funzionalità di Safari in modo totalmente legale, accedendo alle informazioni degli utenti solo nel caso di impostazioni del browser scelte da loro stessi. Oltre a Google, l’inchiesta del Wall Street Journal ha messo sotto accusa altre compagnie come Media Innovation Group, Vibrant Media e PointRol.
Google bypassa le impostazioni privacy di Safari
Google bypassa le impostazioni privacy di Safari