L’Information Commissioner’s Office (ICO) britannico ha comminato una multa di duecentocinquantamila sterline (poco meno di trecentomila euro) alla Sony Computer Entertainment. Il motivo? La scarsa attenzione dell’azienda giapponese nei confronti delle politiche di protezione della privacy dei propri utenti, che ha consentito agli hacker di accedere nell’aprile del 2011 a una grande mole di informazioni contenute nei database Sony. Dopo aver condotto con successo l’attacco, i pirati informatici avevano pubblicato online milioni di informazioni su dettagli personali, date di nascita, password e persino numeri di carta di credito di ignari utenti.
Secondo quanto dichiarato lo scorso giovedì dall’ICO, questo è ‘uno dei casi più seri di violazione della sicurezza informatica’ mai avvenuti, e la multa disposta dall’agenzia britannica corrisponde al massimo previsto nei confronti di un’azienda privata.
‘È inutile negarlo, questa faccenda avrebbe potuto essere facilmente evitata. La Sony è un’azienda che fa dell’expertise tecnologica la sua specializzazione, pertanto non vi sono dubbi che i giapponesi avessero a disposizione tutti i mezzi tecnici per conservare al sicuro le informazioni relative ai propri utenti’, ha dichiarato il commissario dell’ICO David Smith.
Questa pesante multa va dunque ad aggiungersi ai numerosi problemi causati a Sony dalla riuscita dell’attacco degli hacker, che hanno causato il crollo in borsa delle azioni della società e la perdita di fiducia da parte di molti investitori.