Un articolo uscito oggi sul giornale online del MIT – Technolgy Review e ripreso da Mashable presenta un'interessante analisi degli scenari della disobbedienza civile in ambito digitale. Secondo l'autrice del pezzo, Gabriella Coleman, alcune istanze portate alla luce dagli hacker sono ormai diventate pane per i denti di centinaia di migliaia di geek in tutto il mondo, che sono i difensori delle nostre libertà civili in ambito digitale.
La libertà d'espressione, la tutela della privacy, le conquiste e le negazioni legate alla censura, questi e molti altri aspetti fanno del web uno scenario quantomai caldo, in cui si elabora un pensiero politico.
Anzitutto è bene ancora una volta distinguere tra le varie accezioni del termine hacker: in termini positivi un attivista digitale che sul fronte tecnico è in grado di programmare, gestire una rete, smanettare con l'hardware, in termini negativi un truffatore, un vandalo che attacca siti, uno che opera in maniera opaca rubando informazioni personali e attuando azioni illegali.
In questo secondo significato si adopera anche il termine cracker, indicando specificatamente qualcuno che sfrutta i punti deboli di un sistema per penetrarlo, rubando password e dati personali.
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Definizioni di Nerd, Geek e Dork