Cybernorms, un progetto di ricerca svedese sulla legislazione anti-pirateria

Negli ultimi anni molti stati mondiali si sono dotati di severe leggi di contrasto alla pirateria informatica, e nell’agenda dei governi sono allo studio sempre nuove misure per arginare questo fenomeno. Secondo le intenzioni dei legislatori questi rigorosi strumenti normativi dovrebbero funzionare da deterrente e scoraggiare chi scarica illegalmente da internet. Eppure la realtà sembra essere molto diversa, almeno secondo quanto rivelano gli ultimi sondaggi.

Il progetto di ricerca Cybernorms, promosso dall’università svedese di Lund, ha infatti evidenziato come l’introduzione di una legislazione ‘aggressiva’ abbia causato solo una minima flessione nell’utilizzo del file sharing da parte dei giovani. La Svezia è la patria del popolare The Pirate Bay, pertanto il legame con questo tipo di condivisione è in questo paese molto forte. Così come forti sono le iniziative legali per contrastare i download selvaggi, inquadrati nella legge IPRED implementata nel 2009. Da allora, le quote di file sharing si sono mantenute praticamente invariate, e ben il 60% dei giovani di età compresa tra 15 e 25 anni si dedica abitualmente a questa pratica.

Secondo i ricercatori, il motivo di questo fallimento è il fatto che le azioni repressive di per sé non sono risolutive, se non associate ad una sensibilizzazione a livello sociale. Proprio questo aspetto è fondamentale: finché le persone percepiranno i download illegali come pratiche sostanzialmente ‘accettabili’, il fenomeno non sarà destinato a ridursi.

File sharing e legalit?á

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