I contenuti di un rapporto confidenziale a cura della International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) sono trapelati su internet, rivelando un’ampia gamma di strategie utilizzate dall’industria musicale per combattere il dilagante fenomeno della pirateria. Tra le armi più efficaci ci sono la rimozione dagli app store di applicazioni musicali realizzate da terzi, e il blocco dei siti che mettono a disposizione degli internauti musica ‘piratata’.
Secondo quanto pubblicato su TorrentFreak, la IFPI suggerisce alle aziende del settore della musica di attaccare i pirati con tattiche multiple, organizzate in cinque diverse categorie: investigazione, oscuramento, lotta, distruzione e cooperazione.
Tra le altre cose, la IFPI sostiene che l’industria dovrebbe anche attaccare le aziende che fanno pubblicità sui siti pirati, implementando una strategia nei confronti dei network pubblicitari DoubleClick e Google AdSense. Le aziende devono inoltre forzare la rimozione di app che infrangono i diritti d’autore. Come sappiamo però la soluzione è molto più complessa: la pirateria è nata quando i prezzi dei cd sono diventati insostenibili. C'è da pensare ad altre forme di distribuzione e di retribuzione per gli artisti, piuttosto che combattere una guerra contro i pirati.
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Il caso pirateria fra hackers e publishers