Feroci proteste di fronte agli stabilimenti cinesi di Panasonic e Canon hanno costretto le aziende a sospendere temporaneamente produzione. Un'ondata diu nazionalismo nel corso degli ultimi giorni ha invaso la Cina, dopo che si è diffusa la notizia dell'acquisto da parte del governo nipponico di un arcipelago di isole nel Mar Cinese Orientale. I giapponesi le chiamano isole Senkaku, i cinesi isole Diaoyu.
Nei giorni scorsi sono state attaccate anche fabbriche Toyota e Honda ed il boicottaggio potre assumere proporoni ben più grandi. Il Giappone infatti annovera la Cina quale principale partner commerciale, con un giro d'affari in entrata/uscita di oltre 340 miliardi dollari.
Nel frattempo ci si mettono anche i pescatori: 1.000 pescherecci cinesi stanno navigando verso le isole contese e molti sembrano essere i primi indizi che la guerra commerciale cino-giapponese sia ufficialmente iniziata. Basta guardare anche il turismo: un albergo ai piedi del Monte Fuji in Giappone si è visto recapitare le disdette di turisti cinesi - che costituiscono circa il 30% al 40% della sua attività.
Cina, proteste anti giapponesi di fronte alle fabbriche Canon e Panasonic
Cina, proteste anti giapponesi di fronte alle fabbriche Canon e Panasonic