Apple prova a ripulirsi, combattendo contro il lavoro minorile

Dopo i tanti scandali che si sono succeduti nei mesi scorsi, e alla luce dell’elevato tasso di suicidi tra i lavoratori della Foxconn, sembra che Apple abbia finalmente deciso di avviare provvedimenti in merito. Per fare ciò, è stata intrapresa una serie di iniziative riguardanti la raccolta di segnalazioni sulle condizioni dei lavoratori delle fabbriche cinesi della Foxconn. Negli ultimi tempi, questi stabilimenti hanno infatti lavorato a pieno regime per fare fronte alle richieste di iPhone 5 da parte dei mercati internazionali.

Dalle indagini sono emersi numerosi casi di minorenni impiegati dalla Foxconn, ma anche episodi di discriminazione e lavoratori sottopagati. Apple ha dichiarato di aver ricevuto nel 2012 quasi quattrocento segnalazioni a riguardo, il 72% in più rispetto all’anno precedente, effettuando indagini negli stabilimenti produttivi nei quali sono impiegati circa un milione e mezzo di lavoratori. 

In questi anni Apple è stata più volte accusata di aver basato i suoi profitti sullo sfruttamento di lavoratori cinesi sottopagati in fabbriche malsane e sovraffollate. La questione venne portata alla luce la prima volta nel 2010, in seguito a una serie di suicidi di lavoratori delle fabbriche della Foxconn Technology Group di Taiwan. 

Secondo il dirigente di Apple Jeff Williams, l’azienda sta facendo molto per assicurare l’assenza di minori dalle linee produttive e il rispetto di un orario settimanale massimo di sessanta ore. Per quanto riguarda soprattutto il lavoro minorile, si stanno verificando le condizioni non solo delle fabbriche controllate direttamente da Apple, ma anche dei fornitori.

Apple e Foxxconn

Apple e Foxxconn

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