Ma ecco un altro esempio: l’agenzia indipendente ORB, che da sempre si occupa dei conflitti negli stati poveri del mondo, tramite un’analisi geospaziale è riuscita a prevedere gli attacchi del gruppo di guerriglia ugandese del Lord’s Resistance Army. I dati provenienti dai satelliti USA e dall’agenzia Digital Globe sono stati infatti utilizzati per elaborare un modello previsionale insieme alle comunicazioni ricevute via GPS dall’area del conflitto. Un metodo di contatto molto rischioso, poiché in alcune zone di guerra chi possiede un ricevitore satellitare viene automaticamente considerato una spia, ma di fondamentale utilità per salvare le vite dei civili.
Anche se poi, quando si parla di conflitti scatenatisi nella fase della postcolonizzazione, con o senza i navigatori satellitari, risulta sempre difficile distinguere i buoni dai cattivi, i ditattori che difendono la popolazione (più che altro il petrolio ed i diamanti) ed i guerriglieri ribelli che si vogliono impadronire delle risorse.
Africa: fermare i terroristi con il GPS?