Tre ingegneri del MIT sviluppano nuovo sistema di storage per l'analisi dei big-data

Sembra che dalle parti del MIT – Massachussets Institute of Technology stiano per sviluppare un sistema di storage per l'analisi dei big-data che potrà accelerare notevolmente il tempo necessario per avere acceso alle informazioni. I pc che attualmente usiamo si servono di tre tipologie di immagazzinamento dati: memoria RAM – o volatile, SSD e hard disk.

A partire dallo scorso giugno 2013 Ming Liu, Charles W. Arvind e Jennifer C. Johnson - professori di Ingegneria Elettrica e Informatica al MIT, hanno sviluppato un nuovo sistema che sarà presentato nel febbraio 2014 al Simposio Internazionale su Field- Programmable Gate Arrays che si svolgerà Monterey in California. 

La nuova piattaforma sfrutta l'idea di una rete di dispositivi di archiviazione flash, più bravi dei sistemi tradizionali a svolgere compiti come la ricerca di pezzi casuali di informazioni all'interno di un ampio dataset pochi microsecondi, contro il range 4-12 millisecondi delle performance dei dischi rigidi.

Il nuovo sistema di storage si chiama BlueDBM - o Blu Database Machine: ciascun device flash è collegato ad una porta matrice con chip field-programmable (FPGA), per creare un singolo nodo.

MIT Institute

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