Stop alle pillole, la depressione oggi si cura con i videogiochi

I videogiochi sono spesso additati (e non a tutti i torti) come potenziali pericoli per i ragazzi, dal momento che se utilizzati in modo scorretto possono causare problemi di apprendimento e socializzazione. Eppure, in un futuro prossimo, i videogiochi potrebbero essere utilizzati anche come strumento terapeutico contro la depressione. È questo il responso emerso da uno studio condotto presso l’università neozelandese di Auckland che ha testato gli effetti di un videogioco messo a punto proprio ai fini della ricerca.

Il gioco in questione si chiama Sparxs (acronimo di Smart Positive Active Realistic X-factor), ed è stato testato su un campione di 168 ragazzi affetti da disturbi depressivi. Sparxs è stato realizzato in 3D, ciascun giocatore deve creare un proprio avatar (ovvero un paziente affetto da malattia) col quale avventurarsi nel gioco. Il videogame si articola in sette livelli che, progressivamente, conducono l’avatar/giocatore verso la completa guarigione. Per esempio, all’inizio bisogna eliminare piccoli insetti che incarnano in sé i tipici pensieri negativi della depressione. Facendo questo, il giocatore comprende quali siano i sintomi della malattia per cui soffre e lavora sulle tecniche di rilassamento. 

Successivamente il giocatore affronta altri temi spinosi, come ad esempio la gestione della collera e di altri aspetti caratteriali negativi legati alla depressione. Finanziato dal ministero della sanità neozelandese, Sparxs potrebbe essere messo in vendita già entro la fine dell’anno.

Sparx - Trailer

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