Sino a qualche anno fa, la Spagna era la vera e propria locomotiva di vendite di telefonini in Europa, detenendo la quota di oltre il 40% del tasso di crescita complessivo a livello comunitario insieme al Regno Unito. A causa della crisi economica e finanziaria che perdura ormai dal 2008, la situazione è radicalmente cambiata: la Spagna ha perso ben 380 mila utenti nel solo mese scorso di Aprile, quando la crisi dei debiti di maggio e giugno tra l’altro non era ancora scoppiata. Le maggiori perdite si sono registrate nel settore delle SIM prepagate (trecentomila utenti in meno), e questo è un chiaro segnale che la crisi ha colpito soprattutto i ceti meno abbienti della popolazione. I gestori di telefonia iniziano ad avvertire le prime difficoltà, e le perdite economiche dovute all’allontanamento di utenti non sono state compensate dall’adozione di piani tariffari più cari.
Se uno dei più promettenti mercati europei di telefonia mobile ha subito un tale tracollo, si teme che altri paesi possano seguire a ruota. Il pensiero corre ovviamente all’Italia, che attualmente si trova in una situazione economica di grande incertezza.
Se si guarda alle vendite complessive di telefonini, in Spagna è stata registrata una diminuzione del 9%, ma l’Olanda ha avuto un andamento persino peggiore: –11%. Il livello attuale di vendite in Olanda è sprofondato sino ad attestarsi a quello del 2002. Questo fenomeno preoccupa molto, dal momento che potrebbe rappresentare il primo segnale dell’estendersi della crisi anche ai paesi dell’Europa settentrionale sinora considerati sostanzialmente immuni.
Il mercato tecnologico in Europa dell'est